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Roma e la meravigliosa Chiesa di Sant’Agnese in Agone

Sono pochi i luoghi così chiaramente identificabili come Piazza Navona, che è diventata, con il passare del tempo un simbolo a tutti gli effetti di Roma. Sono tanti i turisti, anche stranieri, che vorrebbero prendere il primo aereo poter tornare nuovamente a visitare la Città Eterna. In questo momento di pandemia e di seconda ondata dei contagi, però, è chiaro che le soluzioni sono sempre di meno.
Una libertà dal turismo di massa che, paradossalmente, potrebbe favorire quanti, per lavoro o spostamenti di ridotta entità, possono scoprire una Roma differente, scevra da ogni legame con il suo peculiare turismo di massa, molto più pronta a permettere la visione degli itinerari più famosi in una maniera diversa, molto più attenta e scrupolosa anche nei confronti di ogni dettaglio.

Uno dei simboli di Roma, dicevamo, è certamente Piazza Navona, approfondendo una delle sue attrazioni più interessanti, ovvero la Chiesa di Sant’Agnese in Agone. Una struttura dallo stile tipicamente barocco, che venne intitolata a Sant’Agnese, martire secondo la religione cristiana: a quell’epoca, al posto della piazza, sorgeva lo stadio Diomiziano che, dal VIII secolo in avanti fu trasformato in un luogo di culto.

Una chiesa meravigliosa, che nel 2004 subì un profondo restauro. Il primo progetto venne disegnato da parte di Girolamo Rainaldi nel lontanissimo 1652, seguendo uno stile tipicamente barocco. A commissionare la costruzione della chiesa fu Innocenzo X Pamphili, la cui famiglia voleva costruire una sorta di cappella privata da integrare al palazzo di famiglia che si trovava affianco. Pochi anni dopo, i lavori proseguirono grazie alla sapiente guida di Francesco Borromini, che decise di cambiare parzialmente il progetto originale. Uno degli aspetti più interessanti è la scelta di incrementare la distanza tra le due torri, inserendo anche l’impostazione della facciata concava per fare in modo che la cupola fosse notata di più. Infine, la realizzazione di questa chiesa venne terminata nel 1672, grazie a Carlo Rainaldi, ovvero il figliolo dell’architetto che diede inizio ai lavori.
La facciata di questa struttura ecclesiastica è collocata nel bel mezzo di due campanili: interessante notare come tutti e due finiscano con una copertura dalla forma conica su cui si trovano delle croci. La facciata non ospita decorazioni particolari, ma comprende tre portali, in cui quello centrale svetta per dimensioni. La realizzazione della cupola fu curata, invece, da Giovanni Maria Baratta e da Carlo Rainaldi.
Gli interni sono caratterizzati da una pianta tipicamente a croce greca, con ricchi decori di ciascuna navata. Ci sono ben quattro altari, realizzati in onore, rispettivamente, di Sant’Alessio, Santa Cecilia, Sant’Eustachio e Santa Ermenziana. I transetti, invece, sono stati creati in omaggio di Sant’Agnese e San Sebastiano. Da lasciare a bocca aperta anche le colonne in marmo rosso di Cottanello.
I pennacchi presenti sulla cupola, furono dipinti dal 1667 al 1671 da un importante artista, ovvero Giovan Battista Gauli, chiamato anche “Il Baciccio”. Ebbene, i pennacchi fanno riferimento alle quattro virtù cardinali. L’affresco che caratterizza la cupola, in cui viene raffigurata Sant’Agnese introdotta alla Gloria del Paradiso., invece, si deve all’opera di Sebastiano Corbellini e di Ciro Ferri.

Per spostarsi da piazza Navona e poter ammirare tutte le varie opere di interesse storico, culturale e artistico che offre questo quartiere, e non solo ovviamente, di Roma, l’Eitch Borromini rappresenta una base perfetta. Ma c’è di più: il Collegio Innocenziano, ovvero la Dimora Storica in cui si trova l’Eitch, è proprio parte del complesso che comprende la Chiesa di Sant’Agnese. Nei secoli passati, l’accesso alla chiesa era garantito da una serie di passaggi che oggi si trovano all’interno delle eleganti e confortevoli dove possono dormire i nostri ospiti. L’accesso alla chiesa è ormai murato, ma rimangono visibili cunicoli, lucernai e passaggi segreti che un tempo conducevano a Sant’Agnese. Tra i tanti, un piccolo cunicolo segreto posto sulla rampa di scale dell’Eitch, addirittura permette ancora oggi, ai fortunati ospiti che ne sono a conoscenza, di ammirare le volte affrescate della celebre Sagrestia del Borromini - proprio alle spalle della Chiesa - al riparo da sguardi indiscreti.

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