Alla scoperta di Piazza Navona e Piazza di Spagna
Una delle caratteristiche che gli ospiti delle (finora) due espressioni del Gruppo Eitch, Borromini e Belsiana, apprezzano di più è l’intimità degli spazi che siamo riusciti a creare nel cuore di Roma. O, meglio, in due delle sue Piazze più iconiche - perciò sempre piene di visitatori e di eventi. Ma anche di piccole curiosità e di leggende, che ora andiamo a scoprire.
Piazza Navona
Sotto, una delle sette meraviglie della Roma imperiale - l’area archeologica dell’antico Stadio di Domiziano - e le cantine dei Palazzi medievali. Sopra, l’opera monumentale voluta dalla famiglia Pamphilj e segnata dai due grandi geni rivali, Borromini e Bernini: il Palazzo residenziale oggi sede dell’Ambasciata del Brasile, la Chiesa di Sant’Agnese, il Collegio Innocenziano che ospita gli spazi di Eitch Borromini e le famosissime Tre Fontane. Senza dimenticare l’Obelisco - costruito all’epoca dello stesso Domiziano, posizionato una prima volta, spostato altre due, crollato, abbandonato, diviso in quattro pezzi e infine innalzato sulla Fontana berniniana dei Quattro maggiori Fiumi conosciuti all’epoca. Con un Nilo a volto coperto, in riferimento all’allora mistero sulla sua sorgente, e un Rio della Plata entrato nelle storie popolari sulle schermaglie architettoniche con Borromini.
Un racconto a cielo aperto. Che, nei secoli, vede questo luogo passare da stadio per le gare atletiche a mercato rionale, spazio per l’addestramento e competizioni cavalleresche, giostre, corse al fantino, giochi d’acqua e, infine, opera monumentale barocca. E dove storie di ambizioni, rivalità e fatti realmente accaduti s’intrecciano con leggende popolari, persino di fantasmi e incantesimi.
Piazza di Spagna
A metà Settecento, questo luogo è diviso tra la Francia, con la sua Ambasciata nella parte nord, e la Spagna, con la propria rappresentanza diplomatica presso la Santa Sede nella parte sud. Due potenze in quel momento in guerra e che si “fronteggiano” anche qui, in una vera gara al prestigio non priva di ostacoli.
Si racconta infatti che la fontana, realizzata dal padre di Bernini, sia il magnifico risultato di un problema: la poca pressione dell’acqua, che non permette la creazione di zampilli o cascatelle. Da qui, e contro i canoni architettonici dell’epoca, l’idea di fare una scultura - secondo la leggenda, prendendo ispirazione da una barca portata sulla Piazza da un’alluvione del Tevere. Da qui, anche il nome: ‘La Barcaccia’, un modo in questo caso affettuoso di evocare il suo quasi affondare.
Anche la grande protagonista della Piazza, la famosa Scalinata, è la splendida conseguenza di un problema: da una parte, la volontà di collegare il quartiere spagnolo al territorio della propria Ambasciata; dall’altra, la proprietà della Chiesa sovrastante (Trinità dei Monti) che in quel momento è francese. Un conflitto vinto dal buonsenso e che, diventato competizione tra i due architetti chiamati a costruire, farà nascere un altro capolavoro. E a proposito della Chiesa: parliamo di un vigneto, acquistato da Carlo VIII di Francia e donato a un Ordine di frati per la costruzione di un piccolo monastero. Nei successivi novant’anni, accanto nascerà la più celebre delle cinque chiese cattoliche francofone di Roma. Dopo altri quasi trecento, con il fortissimo sostegno spagnolo e il lavoro di duecentoventi Vigili italiani del fuoco, vicino alla Scalinata verrà innalzata la altrettanto celebre Colonna. E nel frattempo, davanti alla Chiesa, sarà collocato un Obelisco di epoca romana imperiale.
A metà Ottocento, la Piazza è così completa. E ospita un’altra discreta presenza: quella dell’Inghilterra. Con la casa di Keats, oggi museo dedicato a lui e all’amico Shelley, alla quale sul finire del secolo si aggiungerà la sala da tè Babington’s, ancora oggi gestita dai discendenti di una delle due fondatrici.
Non rimane che decidere se alloggiare prima a Eitch Borromini o a Eitch Belsiana, distanti pochi minuti l’uno dall’altro: le due Piazze, con le loro grandi e piccole storie, vi aspettano.